Tenute Rosselli, i vini della resilienza passano dalla rinascita della Valle del Belìce, 50 anni dopo
Per resilienza si intende la capacità di un materiale di subire un urto senza rompersi. In psicologia con questo termine si indica la capacità di un individuo di affrontare un periodo di difficoltà riuscendo a reinventare sé stesso.
Questa premessa è necessaria quando si racconta una storia, quella di una cantina, che proprio sulla resilienza, ha puntato, vincendo, tutte le proprie fiches. La cantina è quella delle Tenute Rosselli che nasce, pochi anni fa, come azienda agricola specializzata nella produzione di finissimo olio extravergine di oliva.
La passione per i frutti della terra, unita a quella per la cucina, hanno spinto Gregorio Rosselli, giovane e intraprendente imprenditore, ad accrescere l’attività agricola relativa ai terreni di famiglia nella Valle del Belìce e ad orientarla verso la produzione di vini di qualità.
“Tenute Rosselli trae fonte di ispirazione dal territorio siciliano che travolge e sconvolge l’anima. Punto di convergenza di grandi contraddizioni ma anche di grandi passioni, crocevia di popoli selvaggi o illuminati -spiega Gregorio – . L’idea di fondo è stata partire da una zona indiscutibilmente segnata dal sisma del 1968 e, grazie alla capacità di resilienza di chi quel dramma lo ha vissuto, riuscire a far nascere qualcosa di positivo proprio laddove tutto era macerie”.
Nasce così la “linea 6punto4” che trae il proprio nome dalla magnitudo del sisma che, nella notte fra il 14 e il 15 gennaio del 1968 si abbattè come un flagello su quella splendida zona della Sicilia, la Valle del Bèlice per l’appunto, deturpandone gravemente l’aspetto, ma soprattutto segnando l’animo degli abitanti e di tutti coloro che vissero questo momento.
Con grande forza e coraggio tutta la cittadinanza riuscì a risollevarsi e a ricostruire, passo dopo passo, la bellezza di quei luoghi che oggi sono ancora più ricchi di fascino perché raccontano la storia di chi è sopravvissuto.
I vini della linea 6punto4, costituita da un bianco, da Catarratto, e un rosso da Merlot, rappresentano, quindi, un inno alla vita e alla forza che ci rimette in piedi, nonostante le avversità, impedendoci di rimanerne schiacciati. Si tratta di vini particolarmente evocativi che rappresentano concetti tanto opposti quanto complementari come la vita e la morte, la stasi e il movimento, la calma e il caos. Vini dal sapore intenso e robusto che raccontano il vigore delle piantagioni di vite della Valle del Belìce, vini forti come le mani di chi si è preso cura di quei vigneti, giorno dopo giorno, perché potessero dare frutti da cui creare il prezioso nettare di Bacco.
Seconda, non per importanza, è la linea ispirata al concetto di movimento, riletto secondo il dialetto siciliano, uno dei più antichi e peculiari d’Italia, che è concettualmente legata alla prima e ne rappresenta l’evoluzione e la “rigenerazione”. Il movimento, e il cambiamento ad esso correlato, è vita (anche quando fa tremare la terra), dunque, opposto alla staticità, alla monotonia che conduce alla negazione dell’essere, dunque alla morte. Questo continuo divenire costituisce il concept che ispira le altre cinque etichette: quattro bianchi, da Inzolia, Grillo, Chardonnay e Viogner e un rosso da Nero d’Avola, ciascuno dei quali dalla grande personalità e struttura, fortemente identitari come la terra e il sole che hanno fatto maturare le uve da cui provengono. La particolarità di questa linea consiste nel fatto che i nomi di ciascun vino sono degli intercalari del dialetto siciliano che indicano il modo tutto siculo di interpretare il tempo e le azioni legate alla dinamicità dei corpi. Tampasìa, Araciu, Camìna, Amunì e Curri sono tutti modi di dire che indicano secondo il “siculopensiero” diversi approcci nell’affrontare il tempo.
Tampasìa dal siciliano tampasiare indica, infatti, qualcuno che ha un incedere lento, a volte anche snervante, e che perde tempo inutilmente; Araciu è una esortazione ad andare piano verso chi sta correndo troppo, non solo fisicamente, ma anche nel trarre delle conclusioni affrettate. Camìna esorta chi tampasìa andando troppo araciu ad affrettare il passo “senza piangersi addosso” ed indugiare. Amunì, poi, è un vero inno a “scrollarsi da dosso” i dubbi e le perplessità e ad essere operativi, senza se e senza ma. Curri, infine, esorta ad aumentare la velocità del passo laddove la lentezza potrebbe far perdere delle importanti e irripetibili occasioni. Un percorso, mentale oltre che fisico, che induce ad affrontare la vita prendendola di petto, senza “mandarla a dire”, con la consapevolezza di chi sa prendersi i propri tempi e le proprie pause per ricaricarsi e ricominciare più determinato di prima.
Un progetto, quello di Tenute Rosselli, che coinvolge perché ha un fil rouge assolutamente centrato e pertinente. Partendo da un evento negativo che non viene dimenticato bensì onorato e commemorato con una linea dedicata, vi è la voglia di rinascita e di riprendere il cammino a volte lentamente, tampasiando e araciu, altre aumentando il passo con esortazioni quali “amunì”, “camina” e “curri”, proprio come accade nei diversi momenti della vita.
Anche l’aspetto grafico, infine, che è parte integrante della comunicazione, ha in sé tutti gli elementi che rappresentano la Sicilia, dal mare al sole, dal fico d’india ai pesci, tutto racconta un’azienda che partendo dalla propria, adorata terra, ha la voglia di raccontarla al mondo intero a cui parla nel proprio dialetto, senza la presunzione che venga compreso ma con l’umiltà di volerlo spiegare, e insieme alle parole, spiegare sé stessa.
Noi di Wining abbiamo degustato (e apprezzato) in anteprima questi vini che di seguito vi raccontiamo.
6Punto4 – Catarratto – Doc Sicilia 2017
Giallo paglierino con riflessi brillanti. Naso intenso di fiori di campo, frutta a polpa gialla matura come pera e mela cotogna. Sorso fragrante sorretto da una spiccata acidità che lo rende persistente al palato. Non vi stanca mai.
Tampasìa – Inzolia 2017
Giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso è elegante con bei sentori floreali di margherita e ginestra e frutta a polpa bianca. In bocca ha un ingresso fresco e sapido e un sorso persistente grazie ad una spiccata mineralità.
Aràciu – Grillo Doc Sicilia 2017
Giallo paglierino brillante. All’olfatto propone intense note floreali e di frutta esotica. In bocca ritorna il frutto e la spiccata freschezza e sapidità ne prolungano il ricordo al palato.
Camìna – Chardonnay 2017
Giallo paglierino con riflessi oro. Naso elegante e intenso di fiori bianchi, pere, pesche e melone d’inverno. In bocca il sorso è fresco e sapido e grazie alla spiccata spalla acida ha un finale lungo e persistente, con piacevoli sentori di mandorla amara.
Amunì – Viogner 2017
Giallo paglierino luminoso. Al naso propone eleganti note di margherite e ginestre, sentori erbacei e frutta a polpa gialla matura. In bocca è fresco ed elegante dal sorso vibrante che si fa ricordare al lungo al palato.
Curri – Nero d’Avola – Doc Sicilia 2016
Rosso rubino. Naso intenso di frutti rossi maturi e in confettura. In bocca il tannino è elegante e vellutato e avvolge il palato senza essere invasivo. Finale armonioso ed equilibrato.
6Punto4 – Merlot 2016
Rosso Rubino intenso. Al naso si apre con note di frutti rossi e sentori di spezie miste. In bocca il sorso è avvolgente e rilascia un tannino ben estratto ed equilibrato. Un altro po’ di riposo non può che fargli bene.
di Manuela Zanni
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