Nei prossimi 3 anni, in Europa, dove si consuma ancora il 57% del vino mondiale, il peso del Vecchio Mondo produttivo, che pur rimarrà predominante, diminuirà, almeno in volume. Ad eccezione dell’Italia, che continuerà a veder crescere le proprie esportazioni, unico tra i big player di oggi a mantenere questo trend, dato che in quantità Francia e Spagna, nel loro continente, freneranno bruscamente. Ad accompagnare il Belpaese nella crescita saranno player come il Cile, l’Argentina e la Nuova Zelanda, mentre a vedere cali consistenti, oltre a Parigi e Madrid, saranno anche Australia, Sudafrica, Stati Uniti e Germania. Questo è lo scenario che si configurerà da qui al 2021 secondo l’analisi di Vinexpo e International Wine & Spirtits Research, che sul Vecchio Continente ha un giudizio impietoso, guardando ai prossimi tre anni, per la crescita del mercato enoico: “se Usa e Cina sono il motore della nave, l’Europa è la sua zavorra”.
D’altra parte, spiega il report, mentre nel mondo il consumo complessivo di vino, nel 2016 a quota 2,6 miliardi di casse da 9 litri, è stimato in crescita dello 0,4% annuo da qui al 2021, ovvero un plus di 50 milioni di casse, l’Europa nel 2016 ha visto una diminuzione dell’1,3% sul 2015, a quota 1,34 miliardi di casse, ed è stato solo l’ultimo anno di una serie in lento ma inesorabile arretramento, che continuerà con una contrazione dello 0,9% all’anno. Dovuta, come noto, al calo dei consumi nei Paesi più importanti, come Francia, Italia e Spagna ma, segnala Iwsr, anche Uk e Germania.
In questo quadro, come detto, pare che tra i grandi Paesi esportatori, solo l’Italia vedrà crescere il proprio peso, con una crescita prevista di oltre 1,5 milioni di casse di vino da 9 litri, esportate nei Paesi europei. Chi perderà di più, invece, sarà la Francia, con una perdita prevista che sfiorerà gli 8 milioni di casse, seguita dalla Spagna, che lascerà sul terreno poco meno di 5 milioni di casse, ma freneranno le esportazioni anche da Sudafrica, Usa, Australia, Germania e altri Paesi. Questo non vuol dire, secondo Iwsr, un crollo delle industrie vinicole di questi grandi produttori, perchè, di fatto, un po’ come avviene in tutti i settori, in un mercato sempre più globalizzato e con dinamiche difficili da prevedere, si sta ridisegnando la “geopolitica commerciale” del vino. con Francia e Australia, per esempio, che compenseranno le perdite europee con la crescita in altri mercati, come la Cina, come già avvenuto negli ultimi anni.
D’altra parte, spiega il report, mentre nel mondo il consumo complessivo di vino, nel 2016 a quota 2,6 miliardi di casse da 9 litri, è stimato in crescita dello 0,4% annuo da qui al 2021, ovvero un plus di 50 milioni di casse, l’Europa nel 2016 ha visto una diminuzione dell’1,3% sul 2015, a quota 1,34 miliardi di casse, ed è stato solo l’ultimo anno di una serie in lento ma inesorabile arretramento, che continuerà con una contrazione dello 0,9% all’anno. Dovuta, come noto, al calo dei consumi nei Paesi più importanti, come Francia, Italia e Spagna ma, segnala Iwsr, anche Uk e Germania.
In questo quadro, come detto, pare che tra i grandi Paesi esportatori, solo l’Italia vedrà crescere il proprio peso, con una crescita prevista di oltre 1,5 milioni di casse di vino da 9 litri, esportate nei Paesi europei. Chi perderà di più, invece, sarà la Francia, con una perdita prevista che sfiorerà gli 8 milioni di casse, seguita dalla Spagna, che lascerà sul terreno poco meno di 5 milioni di casse, ma freneranno le esportazioni anche da Sudafrica, Usa, Australia, Germania e altri Paesi. Questo non vuol dire, secondo Iwsr, un crollo delle industrie vinicole di questi grandi produttori, perchè, di fatto, un po’ come avviene in tutti i settori, in un mercato sempre più globalizzato e con dinamiche difficili da prevedere, si sta ridisegnando la “geopolitica commerciale” del vino. con Francia e Australia, per esempio, che compenseranno le perdite europee con la crescita in altri mercati, come la Cina, come già avvenuto negli ultimi anni.
Scrivi Commento